il modo più rapido per perdere peso e guarire tante patologie


Sintesi del libro

IL-DIGIUNO-PUÒ-SALVARVI-LAVITA

del dottor Herbert Shelton, grande igienista americano

Sommario

PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE          

PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE

CAPITOLO 1 - VOI E IL DIGIUNO         

CAPITOLO 2 – I CHILI CHE SCOMPAIONO

CAPITOLO 3 – VIVERE SENZA MANGIARE      

CAPITOLO 4 – FAME CONTRO APPETITO        

CAPITOLO 5 – QUATTRO BUONE RAGIONI PER DIGIUNARE   

CAPITOLO 6 – FORZE ED ENERGIE IN AUMENTO        

CAPITOLO 7 – IL DIGIUNO UCCIDE? 

CAPITOLO 8 – IL DIGIUNO PUÒ CURARE?      

CAPITOLO 9 – DIGIUNO: DOVE E QUANDO?

CAPITOLO 10 – COSA BISOGNA SAPERE SE SI STA DIGIUNANDO         

CAPITOLO 11 – NOVE PUNTI FONDAMENTALI            

CAPITOLO 12 – L’INTERRUZIONE DEL DIGIUNO          

CAPITOLO 13 - IL DIGIUNO MANTIENE SANI?

CAPITOLO 14 – IL DIGIUNO E IL RINGIOVANIMENTO

CAPITOLO 15 – DIGIUNARE PER INGRASSARE             

CAPITOLO 16 – I BAMBINI POSSONO DIGIUNARE?   

CAPITOLO 17 – IL DIGIUNO NELLE MALATTIE ACUTE

CAPITOLO  18 – IL DIGIUNO NELLE MALATTIE CRONICHE       

CAPITOLO 19 – IL CASO DEL RAFFREDDORE COMUNE             

CAPITOLO 20 - LA SCLEROSI MULTIPLA          

CAPITOLO 21 - L’ASMA          

CAPITOLO 22 - L’ARTRITE      

CAPITOLO 23 - L’ULCERA PEPTICA    

CAPITOLO 24 - L’EMICRANIA

CAPITOLO 25 - LA POLLINOSI (FEBBRE DA FIENO)      

CAPITOLO 26 - LA PRESSIONE ALTA  

CAPITOLO 27 - IL DIGIUNO E IL CUORE           

CAPITOLO 28 - LE COLITI       

CAPITOLO 29 - LA PSORIASI E GLI ECZEMI     

CAPITOLO 30 - L’INGROSSAMENTO DELLA PROSTATA             

CAPITOLO 31 - LA GONORREA (O BLENORRAGIA)     

CAPITOLO 32 - IL MORBO DI PARKINSON      

CAPITOLO 33 – LA NEFRITE  

CAPITOLO 34 - I CALCOLI BILIARI       

CAPITOLO 35 - IL TUMORE ALLA MAMMELLA             

CAPITOLO 36 - LA STERILITÀ NELLE DONNE  

CAPITOLO 37 - DIGIUNARE DURANTE LA GRAVIDANZA           

CONCLUSIONE          

 

 

PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE

Molti mettono in evidenza i pericoli del digiuno. Altri invitano a farli sotto controllo medico o in ospedale se superiori a tre giorni.

I sintomi presentati come “effetti collaterali” del digiuno sono solo la continuazione dei sintomi che precedentemente venivano soppressi con sigarette, caffè e medicine.

Infatti, scompaiono gradualmente col passare del tempo.

D’altra parte, alcuni ricercatori fanno soddisfare il bisogno di liquidi durante il digiuno col caffè, il tè, bevande gassate, birra, vino, ecc. o magari somministrando medicine o permettendo di fumare.

I danni sono causati piuttosto dai medici coi loro controlli ed esami che tolgono tranquillità al digiunante

È errata l’idea che occorrono i clisteri per impedire il riassorbimento delle sostanze tossiche dal colon. La dieta a base di uva o di estratti di carote o di grano sono utilizzati anche dagli igienisti ma non va dimenticato il digiuno totale.

 

PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE

L’esperienza di 45 anni col digiuno ha consentito al dottor Shelton di constatare il ruolo del digiuno nel mantenere la salute, nell’eliminare il dolore, nel controllare il peso corporeo e nel prolungare la vita.

Il digiuno non è una cura, ma aiuta le risorse corporee a facilitare la guarigione e a perdere i chili di troppo più velocemente di qualsiasi altro metodo.

Solo un esperto di digiuno, però, può risolvere i problemi di salute di un individuo e di soddisfarne i bisogni.

Questo libro vuole affrontare uno dei maggiori problemi degli Americani, cioè gli eccessi alimentari presentando i nuovi concetti igienisti di chili, di dieta, esercizio, riposo e abitudini corrette.

 

CAPITOLO 1 - VOI E IL DIGIUNO

Gli animali digiunano quando stanno male o sono feriti oppure nel tempo dell’accoppiamento o dell’allattamento.

Già in tempi molto remoti l’uomo ha digiunato nelle malattie acute.

Un uomo di settant’anni soffriva da 13 anni di una serie di disturbi: asma bronchiale, sinusite, sordità all’orecchio sinistro, difficoltà a urinare per ingrossamento della prostata, soffriva d’impotenza e portava gli occhiali. Era stato curato per anni ma non aveva ottenuto nessun miglioramento durevole, anzi era peggiorato.

Gli fu ordinato di smettere subito e per sempre le medicine. La prima notte ebbe una crisi d’asma, ma l’igienista gli consigliò di aspettare che passasse e così avvenne. Dopo sei giorni di digiuno era in grado di evacuare l’urina come un bambino. Gradualmente le sue cavità si pulirono perfettamente. Al 36° giorno recuperò l’udito. Tornato a casa si accorse che non era più impotente. Non sempre l’udito è recuperabile. Lo stesso vale per la cecità, la quale si può recuperare più spesso se c’è solo un difetto di rifrazione.

 

CAPITOLO 2 – I CHILI CHE SCOMPAIONO

Il metodo più rapido e sicuro per perdere peso è il digiuno e il modo più efficace per mantenere il peso forma consiste nel rifiutare il ritorno alle abitudini alimentari errate.

Il mettersi a dieta funziona molto raramente poiché richiede molto autocontrollo. Bisogna, però, far controllare il digiuno da una persona esperta che sappia riconoscere i segnali di pericolo.

Mediamente si perde mezzo chilo il giorno. All’inizio si possono perdere anche nove chili in una settimana, ma le persone con basso tasso metabolico, i primi giorni hanno una perdita di peso irrisoria.

Le persone obese respirano più facilmente, hanno più facilità di movimento, perdono la sensazione di stanchezza e di pesantezza di stomaco, la pressione sanguigna si abbassa, il cuore riposa e la salute migliora.

Alcune persone dicono che il digiuno è stata l’esperienza più bella della vita. In genere, comunque, rappresenta un’esperienza assai migliore di quella provata quando si mangia.

La fame a volte non si prova neanche i primi giorni, ma in generale diminuisce a partire dal terzo giorno.

Se si hanno difetti organici o affezioni croniche anche i digiuni di breve durata dovrebbero essere seguiti da uno specialista. Tuttavia potrebbero esserci anche condizioni nascoste pronte a manifestarsi in occasione di un digiuno.

 

CAPITOLO 3 – VIVERE SENZA MANGIARE

Anche gli animali riescono a vivere a lungo senza mangiare e magari si riproducono e allattano nonostante il digiuno.

Anche l’uomo, ordinariamente, può sopravvivere per settimane o mesi senza mangiare col processo dell’autolisi che rende disponibili le riserve per i bisogni dei vari tessuti e per la loro crescita.

Diversi esperimenti hanno dimostrato che, a differenza della sovralimentazione e della sottoalimentazione, il digiuno prolunga la vita e produce rigenerazione e rinnovamento.

Non si deve confondere il digiuno in presenza di riserve sufficienti nei tessuti per nutrire gli organi vitali, con l’inedia o il morire di fame quando le riserve sono esaurite.

I tessuti meno importanti sono i primi a essere consumati. Quando le riserve stanno per esaurirsi la fame ritorna imperiosa. I tessuti cattivi portano a un esaurimento più rapido delle riserve poiché fanno scendere più rapidamente il peso. Influiscono sulla durata massima del digiuno anche l’attività fisica ed emotiva svolta e la temperatura (il freddo).

In ogni caso non deve mai mancare l’acqua.

 

CAPITOLO 4 – FAME CONTRO APPETITO

La fame è una sensazione normale e piacevole come la sete. Non va confusa con i “morsi dello stomaco”.

È anche una sensazione intermittente dovuta al bisogno di cibo. Quelli che hanno sempre fame in realtà presentano sintomi patologici.

In assenza di fame non vi è ragione di ingerire cibo: è la regola più importante, che si stia bene o male. Durante la malattia non si digerisce perché il cibo viene espulso col vomito o con la diarrea e questo sforzo inutile rallenta la guarigione.

È un errore spingere i bambini a mangiare ricorrendo a promesse di regali o a minacce.

La pretesa fame dei primi due giorni di digiuno solitamente è dovuta a irritazione gastrica.

 

CAPITOLO 5 – QUATTRO BUONE RAGIONI PER DIGIUNARE

1)        Riduzione di peso: il digiuno è la via più veloce, sicura ed efficiente.

2)        Il digiuno consente di utilizzare le energie per lavori diversi da quello digestivo.

3)        Permette il riposo del sistema digerente, ghiandolare, circolatorio, respiratorio e nervoso.

4)        Secondo John Tilden il digiuno rappresenta il metodo più sicuro per disintossicare il corpo.

Riguardo all’idea che i tessuti malati sono i primi a essere consumati nel digiuno, ciò non è molto vero nel cancro, che può anche ridursi, ma è di solito incapsulato e separato dal resto del corpo, mentre i tumori benigni spesso sono intaccati e riassorbiti.

Le degenerazioni idropiche, gli accumuli edemici e i rigonfiamenti sono spesso espulsi rapidamente.

 

CAPITOLO 6 – FORZE ED ENERGIE IN AUMENTO

Un gran numero di soggetti, invece di perdere le forze durante il digiuno, le acquistano, al contrario di quelli che usano le diete energetiche nel momento in cui iniziano un digiuno.

Le persone più deboli traggono i maggiori benefici quando iniziano un digiuno. La debolezza, infatti, nella maggioranza dei casi deriva dall’intossicazione dell’organismo anziché dalla mancanza di cibo.

È un errore esortare a insistere col “buon cibo nutriente” il soggetto che continua a indebolirsi.

Specialmente nella polmonite è importante non mangiare. È controproducente alimentari i malati e poi dare cardiotonici e morfina per calmare i dolori. Ciò può causare la morte del paziente. I malati si ristabiliscono se messi a digiuno, invece hanno ricadute se sono alimentati.

Shelton ha visto malati che non erano in grado di salite le scale nonostante che fossero alimentati, e che invece correvano su e giù se messi a digiuno.

Sono stati fatti dei record da atleti durante il digiuno.

Quando l’esperto consiglia di interromperlo, però, generalmente il digiuno aumenta le forze del soggetto.

 

CAPITOLO 7 – IL DIGIUNO UCCIDE?

Non è la fase del digiuno a uccidere ma quella successiva dell’inedia.

Il digiuno non è una cura, non può guarire le persone che hanno raggiunto lo stadio dell’irreversibilità. Essi morranno che digiunino o no. In tale caso, tuttavia, è crudele riempire il paziente con quantità eccessive di cibo, atte solo ad aumentare le sue sofferenze.

 

CAPITOLO 8 – IL DIGIUNO PUÒ CURARE?

Il dottor Weger affermava che nulla è più gratificante che vedere il ristabilimento con digiuni relativamente brevi da malattie come eczema cronici, orticaria cronica, ulcere varicose, ulcere gastriche e duodenali, asma, artrite, coliti, dissenteria amebica, endocardite, sinusite, bronchite, neurite, morbo di Bright, appendicite acuta e cronica, dolorosi tic facciali, fistole, psoriasi, ogni genere di disturbo digestivo, calcoli urinari e biliari, pellagra, glaucoma, noduli alle mammelle, epiteliomi, emicranie, acidosi, epilessia, morbo di Parkinson, morbo di Reynaud e anche l’atassia locomotoria.

Molte altre patologie potrebbero essere aggiunte e non si tratta di casi isolati ma di gruppi.

Il digiuno di per sé non cura nulla, è solo un periodo di riposo fisiologico che offre all’organismo l’opportunità di fare da solo quello che non può fare in tempo di sazietà e attività completa.

Secondo l’igienismo le cure non esistono. È l’eliminazione delle cause a permettere all’organismo di guarire da sé, se è ancora possibile. Ad esempio si credeva che il cortisone fosse una “cura sicura”, ma non si dovette aspettare molto tempo per scoprire che era una cura illusoria come le altre.

La produzione degli effetti può terminare solo se si eliminano le cause che li sviluppano: un alcolizzato non può guarire continuando a bere alcolici, né guarire da un tumore al polmone se continua a fumare.

Non sono i trattamenti farmacologici, psicologici o chirurgici che guariscono se non si cessano le cause. Il chirurgo può cucire insieme i due lembi di una ferita e curarla, ma non può guarire la ferita stessa: la saldatura delle due parti è un processo che solo l’organismo può compiere.

 

CAPITOLO 9 – DIGIUNO: DOVE E QUANDO?

Il digiuno va fatto in qualunque momento dell’anno, quando è necessario, quantunque sia più piacevole digiunare col caldo.

Quando non c’è appetito è bene digiunare piuttosto che stimolarlo. Il buon cibo nutriente può uccidere molto più velocemente di quanto possa risultare benefico.

Non ci si deve aspettare dei risultati immediati poiché la malattia ha richiesto molto tempo per svilupparsi e, in più, gli organi sono deteriorati. Occorrono spesso vari digiuni, tuttavia non sempre si può affrontare un digiuno di una durata qualsiasi (debolezza, gravi malattie cardiache, cancri, diabete, tbc avanzata) poiché non si otterrebbe nulla.

Nel cancro del fegato e del pancreas è meglio evitarlo. Lo stesso in caso di paura del digiuno.

Le donne in gravidanza - salvo occasionalmente per saltare qualche pasto se necessario - fanno bene a non digiunare. Lo stesso durante l’allattamento poiché il digiuno riduce il latte e poi non aumenta subito appena smesso il digiuno.

Il luogo migliore in cui fare il digiuno è un’istituzione igienista situata in campagna, lontano dai rumori e dall’aria inquinata e nella calma e in cui ci si possa riposare ed esporre al sole sotto l’assistenza di un igienista esperto, anche perché il digiunante può avere paura.

Al contrario la casa propria è un ambiente ostile per via di parenti e amici ostili al digiuno per ignoranza.

La durata del digiuno non può essere stabilita arbitrariamente. L’esperto deve osservare il digiunante ogni giorno e interrompere la pratica se è opportuno.

In generale il digiuno lungo è preferibile a tanti digiuni brevi, che inoltre possono causare danni e riuscire alquanto più costosi e sgradevoli al paziente poiché può non arrivare mai agli stadi piacevoli del digiuno.

 

CAPITOLO 10 – COSA BISOGNA SAPERE SE SI STA DIGIUNANDO

Di solito le sensazioni del digiuno sono superiori a quelle che si provano quando si mangia, ma può succedere che siano spiacevoli in alcuni stadi.

Specialmente all’inizio si possono provare disturbi dovuti alla sporcizia dei tessuti.

Si possono provare sintomi di rigetto nell’alcolista o di depressione in chi ha fatto uso di stimolanti.

Si può avere nausea, vomito, irritabilità, insonnia, debolezza, dolori, mal di testa.

Sono di breve durata e raramente gravi. Se si torna a un’alimentazione leggera, i disturbi cessano ma poi occorre un digiuno più lungo.

Quasi sempre all’inizio del digiuno la lingua diventa bianca, la bocca assume un sapore cattivo e l’alito è di cattivo odore, sgradevole, i denti appaiono impastati e si sviluppa la febbre. Tutto ciò rappresenta un processo purificatore. Anche l’urina diventa scura o addirittura nera dopo un giorno di digiuno e di odore molto forte. Ciò dura per una o due settimane. Di solito il dimagrimento è maggiore nelle persone grasse.

Il digiuno può essere utile anche alle persone magre che non sono riuscite a prendere peso con le diete ingrassanti. La sensazione di debolezza durante il digiuno è dovuta al rilassamento dell’organismo e cessa prima che ritorni l’appetito.

I processi di purificazione sono molto spiacevoli solo in una piccola percentuale di casi. Eventuali eruzioni cutanee vanno considerate processi di purificazione. Anche vertigini, svenimenti, palpitazioni ed altro sono crisi senza pericolo.

Nausee e vomiti – da uno a sette giorni – sono crisi presenti nel 15% dei casi e sono da considerare molto benefiche anche se fastidiose. Se ciò dura parecchi giorni e i liquidi non vengono ritenuti si può verificare la disidratazione. Allora occorre interrompere il digiuno.

La diarrea è molto rara nel digiuno e ha una funzione purificatrice.

 

CAPITOLO 11 – NOVE PUNTI FONDAMENTALI

Il digiuno è un processo molto più complicato di quanto immaginino i suoi sostenitori. I suoi inconvenienti non sono gravi, i pericoli pochi e quasi mai gravi, ma per ottenere i migliori risultati occorre seguire delle regole precise.

Specialmente nelle malattie croniche, nelle persone molto deboli e con diversi danni organici occorre molta abilità per sanare tali situazioni col digiuno. Non basta un dottore a caso.

È necessario soddisfare tutti i bisogni fisiologici dell’organismo. Essi sono presenti anche nella malattia: aria, acqua, calma, sole, calore, attività fisica, riposo, sonno, pulizia, tranquillità della mente.  Soltanto il cibo deve venire dalle riserve interne dell’organismo.

1)        LA PREPARAZIONE. Consiste nelle abitudini mentali ed emotive, liberando tutte le paure del digiuno. In caso di paura è bene mettere il paziente a dieta mentre sta un po’ di giorni con altri che invece digiunano finché non chiederà lui stesso di essere messo a digiuno.

 

2)        IL RIPOSO. Ridurre al minimo l’attività fisica, mentale e sensoriale affinché le energie siano conservate per i processi di guarigione ed escrezione. Cioè riposarsi a letto, evitare discussioni ed evitare preoccupazioni. Non affaticare gli occhi con la lettura, la televisione, i film. Niente rumore. Il riposo è di immenso valore per i deboli e i tossiemici. Col riposo gli organi spossati recuperano il loro vigore mentre con la stimolazione si esauriscono maggiormente.

 

3)         L’ATTIVITÀ. Nei digiuni dimagranti è permesso un esercizio moderato, sotto controllo. Per gli altri tipi di digiuno l’attività è un inutile spreco di energia.

 

4)        IL CALORE. Chi digiuna si raffredda facilmente e ciò inibisce l’eliminazione, aumenta i disturbi ed esaurisce più rapidamente le riserve. Ciò vale anche nei mesi estivi, specialmente per i piedi. I piedi freddi impediscono il sonno a chi digiuna.

 

5)        L’ACQUA. Usare l’acqua più pura disponibile, magari l’acqua di sorgente o distillata o filtrata. Ma non bere in eccesso, potrebbe diminuire la quantità di materiale espulso. Nei mesi estivi bere acqua fresca ma non di frigorifero che potrebbe rallentare il ristabilimento. A volte può essere più piacevole l’acqua calda, col permesso del supervisore.

 

6)        LE IMMERSIONI NELL’ACQUA.  La pulizia è necessaria anche nel digiuno ma quelle devono essere brevi altrimenti indeboliscono. L’acqua deve essere tiepida, vicino alla temperatura corporea. Lavarsi velocemente e uscire dall’acqua. Se il malato è troppo debole fargli una spugnatura a letto.

 

7)        I BAGNI DI SOLE. I raggi solari sono un fattore nutritivo essenziale soprattutto nel metabolismo del calcio, del fosforo e nell’assicurare forza ai muscoli. Quando è troppo caldo prendere il sole la mattina o nel tardo pomeriggio, altrimenti a mezzogiorno o in qualsiasi momento. Iniziare con cinque minuti davanti e cinque dietro il primo giorno. Aumentare un minuto al giorno fino a un massimo di trenta minuti per lato. Però se il digiuno dura più di venti giorni limitarsi a otto minuti per lato. Se il sole indebolisce e irrita il digiunatore, ridurre l’esposizione.

 

8)        I PURGANTI. Secondo Shelton è nocivo usare purganti, clisteri. Non c’è niente di meglio del digiuno per favorire l’eliminazione.

 

9)        LA SOFFERENZA. È sbagliato interrompere il digiuno in caso di sofferenze poiché in tali situazioni le capacità digestive e assimilative sono ridotte e ingerendo il cibo si aumentano le sofferenze, mentre il digiuno le abbrevia.

 

CAPITOLO 12 – L’INTERRUZIONE DEL DIGIUNO

Il momento ideale per interrompere il digiuno è quello in cui si manifesta il ritorno dell’appetito accompagnato dalla lingua pulita, dell’alito e della bocca gradevoli.

L’appetito ritorna quasi sempre – salvo nei casi disperati – anche prima dell’esaurimento delle riserve. Anzi, nei digiuni abbastanza lunghi all’inizio l’appetito si manifesta in ogni momento della giornata. In questo caso bisogna controllarsi altrimenti si perdono tutti i benefici del digiuno.

Tuttavia molti digiuni sono interrotti molto prima del ritorno dell’appetito perché il digiunante è troppo debole o troppo magro per continuare, oppure per mancanza di tempo o di denaro o di voglia di continuare. Magari credono di poter continuare con una dieta, ma poi spesso se ne pentono.

Gli animali, almeno i cani, quando sospendono il digiuno riprendono l’alimentazione a poco a poco e rifiutano la carne per i primi quattro o cinque giorni.

La dottoressa Vetrano, prendendo esempio dagli animali usava alimenti interi anziché i succhi di frutta anche per stimolare la peristalsi e la secrezione dei succhi gastrici per riempire lo stomaco ed evitare l’ossidazione delle vitamine.

Se il digiuno raggiunge o supera le due settimane:

Il primo giorno Shelton usava dare un etto di arancia (pesata senza buccia) ogni due ore dalle otto alle diciotto se il digiuno veniva interrotto la mattina senza il ritorno dell’appetito.

Il secondo giorno usava due etti di frutta ogni due ore, anche di tipo diverso ogni volta.

Il terzo giorno sei etti di arance intere o di melone a colazione, di due o tre pomodori per pranzo e di tre o quattro arance per cena. Al posto delle arance si può usare l’uva o altra frutta succosa.

Dopo il terzo giorno non è più necessario pesare il cibo.

La frutta deve essere fresca, ben matura e masticata bene e mangiata senza fretta.

Il quarto giorno una piccola colazione composta di agrumi o di un paio di altri frutti freschi o di melone; a pranzo un’insalata di verdure senza sale, olio e aceto, limoni o altri condimenti e un vegetale cotto non contenente amido. A cena di nuovo frutta, un pasto leggero ma un po’ più abbondante della colazione.

Il quinto giorno colazione a base di frutta, pranzo con insalata, due verdure cotte, e una patata arrosta e una proteina (piccola quantità). A cena frutta. Magari un bicchiere di latte acido (da latte intero).

Il sesto giorno si aumenteranno le quantità del quinto giorno.

Alla fine della prima settimana il soggetto dovrebbe essere in grado di alimentarsi normalmente.

Non è permesso di mangiare tra i pasti o prima di coricarsi.

Si può adottare anche il consumo di due pasti o uno solo il giorno ma solo dopo aver messo su qualche chilo.

Durante la prima settimana è bene continuare a riposarsi a letto e riprendere l’attività molto lentamente, poiché si è deboli e si ritarderebbe l’eventuale effetto ingrassante se questo è lo scopo del digiuno.

Se il digiuno è durato meno di due settimane:

si può cominciare con quattro etti di frutta intera ogni due ore e proseguire come nel programma precedente. Nei digiuni brevi sono necessarie meno cautele e l’attività può essere ripresa più in fretta, ma solo dalle persone sane.

Nell’interrompere il digiuno non fare mai le cose in fretta.

 

CAPITOLO 13 - IL DIGIUNO MANTIENE SANI?

Il digiuno aiuta a ristabilirsi ma non impedisce di ammalarsi o di ingrassare di nuovo se si riprendono le cause di malattia le quali consistono nelle abitudini mentali e fisiche che distruggono l’energia nervosa, ad esempio se si disperdono le energie nervose in molte direzioni.

Ogni abitudine deve essere controllata e deve adattarsi alle leggi immutabili che governano l’organismo.

L’alimentazione moderna è costituita da alimenti raffinati. Essi non equivalgono mai agli alimenti naturali. I trattamenti distruggono i minerali essenziali alla vita, eliminano o rendono inutilizzabili gran parte delle vitamine, gli enzimi, e gli aminoacidi.

È necessario mangiare normalmente frutta e verdura fresca e cruda. Evitare i cibi prodotti dalle industrie, mangiare quelli interi.

Le noci e le noccioline rappresentano tra le migliori fonti di proteine. Anche le foglie verdi, che ne contengono piccole quantità. Se ci si nutre così non occorrono integratori di vitamine e di minerali.

I frutti dolci interi rappresentano le migliori forme di zuccheri perché sono combinati con vitamine e minerali.

 

CAPITOLO 14 – IL DIGIUNO E IL RINGIOVANIMENTO

Una donna sessantenne soffriva da molto tempo di una malattia cardiaca minore. Digiunò per tre settimane a letto. Si sentì il cuore riposato e tranquillo, quasi da dimenticarsi di averlo. Perse dieci chili di peso, la sua pressione si abbassò, alleggerendo il cuore da un gran peso. Ciò fu accompagnato da un senso generale di benessere e di vigore. L’insonnia fu sostituita da sonni tranquilli. La funzione intestinale riprese come quella cardiaca. Ebbe una maggiore giovinezza della figura e lucentezza degli occhi.

Normalmente si riscontra un miglioramento della vista e dell’udito, dell’olfatto e del gusto.

Gli esperimenti su animali hanno dimostrato che il digiuno o la riduzione dell’alimentazione allungano molto la vita.

Nell’uomo, i ricercatori affermano che dopo i trentacinque anni il ringiovanimento è ridotto, ma Shelton obiettava che ciò avviene perché non si correggono gli errori precedenti di vita.

Senza pretendere l’eterna giovinezza, si può forse arrivare giovani a quella che ora si considera un’età avanzata.

 

CAPITOLO 15 – DIGIUNARE PER INGRASSARE

Cibo e nutrizione non sono sinonimi. La sovralimentazione non consente di ingrassare se la digestione e l’assimilazione sono danneggiate.

In questo caso è necessario disintossicare l’organismo affinché possa digerire e assimilare meglio.

Il digiuno aumenta la capacità di utilizzare l‘azoto. Ciò facilita la produzione di tessuti migliori di quelli grassi che derivano da eccessi di amidi, zuccheri o grassi.

Nel digiuno viene accelerato il metabolismo, soprattutto l’anabolismo. Dopo il digiuno i tessuti sono più ricettivi agli elementi nutritivi e assimilano proteine, vitamine e minerali più prontamente anche negli individui che precedentemente presentavano tali problemi a tale riguardo.

Nella sovralimentata America la carenza di peso è dovuta il più delle volte all’impossibilità di digerire e assimilare il cibo che i soggetti consumano. Le persone in tali condizioni non hanno appetito e non traggono beneficio dal consumare “buon cibo nutriente”.

Essi trarranno grossi vantaggi da un digiuno di durata adeguata e da un migliore modo di vivere generale. In tal modo alcune delle persone che prima non riuscivano a prendere peso, dopo un po’ di tempo hanno bisogno di perderlo.

La durata necessaria del digiuno varia da caso a caso. Possono bastare 10-15 giorni, ma non sempre, ed è necessario scoprire e allontanare le cause del danneggiamento nutritivo. Dopo il digiuno si dovrà adottare una dieta consistente in un 60% di frutta e verdura fresca e cruda e il resto in carboidrati e proteine.

Inoltre dovranno procurarsi tutti gli altri fattori igienici: esercizio fisico, aria fresca, bagni di sole se possibile, molto riposo e sonno, tranquillità emotiva e l’abbandono di tutte le abitudini nocive.

 

CAPITOLO 16 – I BAMBINI POSSONO DIGIUNARE?

Molte madri temono che i loro figli si lascerebbero morire di fame se non fossero costretti a mangiare. In realtà i bambini sanno istintivamente quando e per quanto tempo digiunare e saranno essi stessi a chiedere cibo nel momento che il loro corpo glielo chiederà. Il digiuno è il migliore degli aperitivi, è migliore della coercizione o del tentare i bambini con pietanze squisite o con piatti prelibati, delle vitamine e dei tonici.

D’altra parte le madri che permettono ai figli di mangiare tra i pasti, magari dolci o biscotti, non dovrebbero sorprendersi se poi non hanno fame al momento di mettersi a tavola.

McCarrison, uno studioso del campo dietetico, affermava che la perdita dell’appetito è uno dei segni caratteristici delle carenze di vitamine, che segnala un disastro incombente.

Dare ai bambini più frutta e verdura fresca e cruda e meno cereali, pane, patate, biscotti, dolci e caramelle. Eliminare le bibite. Le vitamine non sono necessarie se i bambini mangiano i cibi naturali che le contengono. Invece delle caramelle o dei gelati dare loro datteri, fichi secchi, banane o altra frutta dolce più saporita e genuina, arance e pesche.

Ai bambini deperiti o malati di gastrite, tonsille o adenoidi, diarrea o febbricitanti, passa il desiderio di cibo e si dovrebbe permettere loro di saltare qualche pasto.

Anche uno stato di eccitazione insolita, un picnic o una gita, può provocare indigestione – sintomi di irritabilità, insonni, agitazione nel sonno, alito cattivo, “dolori della crescita”, macchie bianche intorno alla bocca, nausea, vomito – dovrebbe far saltare qualche pasto.

I bambini si debilitano se sono presi in braccio troppe volte, se vengono strapazzati, se il loro sonno viene interrotto o se sono infastiditi dai rumori – comprese le discussioni domestiche -, se vengono troppo coccolati, eccitati dai giochi, esposti a temperature troppo calde o fredde, sovralimentati, se ai primi sintomi di malattie vengono loro somministrate delle medicine e se si fa un uso eccessivo delle vaccinazioni.

Da ciò deriva l’indigestione che provoca fermentazione e decomposizione degli alimenti. Ciò causa irritazione degli intestini e di tutte le altre mucose.

Se, invece, l’alimentazione viene sospesa, l’indigestione cessa rapidamente e si evitano le malattie che potrebbero derivarne: enterite, cholera infantum, colite, dissenteria, polmonite, orticaria, morbillo, vaiolo, scarlattina.

Nelle malattie dello stomaco e dell’intestino l’alimentazione dovrebbe essere sempre interrotta.

 

CAPITOLO 17 – IL DIGIUNO NELLE MALATTIE ACUTE

Nell’inverno del 1927 una donna chiamò un igienista affermando che la figlia stava morendo di polmonite e che aveva consultato cinque medici i quali le avevano detto tutti che non potevano fare nulla salvarla.

L’igienista le raccomandò di gettare tutti i medicinali nella pattumiera, di tenere la figlia a letto al caldo ma con ricambio d’aria, a digiuno dal cibo e di lasciarle bere acqua secondo i suoi desideri.

Vent’anni dopo, divenuta una splendida donna si sposò e mandò una fotografia delle sue nozze all’igienista che la tenne come un trofeo.

Succede spesso che un malato si salvi dopo essere stato dichiarato senza speranza dalla scienza medica. Nei casi di polmonite le medicine contro la tosse e i dolori al petto possono causare la morte. L’alimentazione durante la polmonite e la pleurite può causare la morte.

Nelle malattie acute, febbri e infiammazioni l’appetito è assente e ciò indica al soggetto di non mangiare altrimenti i dolori aumentano, la temperatura si alza e le possibilità di recupero si riducono.

Il digiuno fa parte del processo di guarigione. Esso riposa il cuore e allevia il lavoro ai reni.

Altri fattori necessari sono: riposo, pace, calore, buio, aria e acqua.

Il digiuno non deve essere utilizzato solo quando la malattia ha raggiunto lo stadio di gravità. Se al primo sintomo si digiunasse, si eviterebbe spesso lo sviluppo di malattie più gravi.

 

CAPITOLO  18 – IL DIGIUNO NELLE MALATTIE CRONICHE

Le persone affette da malattie croniche dichiarano perdita di appetito, mancanza del gusto, disturbi del movimento, ecc.

Essi mangiano tre volte il giorno solo perché sono convinti di doverlo fare per sopravvivere. Anzi, alcuni sono magri pur mangiando abbondantemente. Altri invece hanno sempre fame e usano condimenti e sapori forti. In questo caso la “fame” è costituita da una sensazione morbosa dello stomaco, cioè da irritazione gastrica.

La soluzione sta nel digiunare. I pazienti mentali tendono ad astenersi dal cibo e se non è loro impedito ne traggono benefici.

Il digiuno accelera notevolmente i processi escretori e fa sparire anche i sintomi che durano da anni.

Poi l’acquisizione di buone abitudini consente di ottenere una salute eccellente.

È sbagliato pensare che un solo digiuno possa liberare il corpo dalle tossine accumulate in una vita ed è falso dire che il digiuno indebolisca la resistenza dell’organismo nella malattia, poiché molte volte col digiuno l’organismo guarisce da otiti, congiuntiviti, gastriti, duodeniti, coliti, febbri, asma.

 

CAPITOLO 19 – IL CASO DEL RAFFREDDORE COMUNE

Nonostante molti sforzi non si è riusciti a trovare un vaccino contro il raffreddore.

Secondo l’igienista John Tilden il raffreddore è il primo sintomo di un complesso che finisce col cancro, la tubercolosi o qualsiasi malattia mortale. Esso rappresenta una crisi tossiemica. Se non c’è tossiemia, non si sviluppa il raffreddore.

I raffreddori si possono evitare imparando ad alimentarsi secondo i propri limiti e conservando le proprie energie, comunque col digiuno ci si può liberare del raffreddore.

La prolungata esposizione al freddo debilita e arresta l’eliminazione e conseguentemente può provocare il raffreddore. I medicinali, come Copavin, oltre a causare la stipsi e guai nervosi, non rimuove la causa del raffreddore.

Al primo manifestarsi di un raffreddore sospendere immediatamente l’alimentazione e restare a letto, bere acqua secondo la sete per uno-tre giorni.

In seguito, per i primi giorni l’alimentazione deve essere leggera: arance e pompelmo a colazione, insalata verde a pranzo, frutta fresca di stagione a cena.

Poi continuare finché i sintomi non sino spariti. Si può fare un bagno tiepido. Come minimo riposarsi il più possibile e coricarsi presto la sera. Così si eviterà la polmonite.

Il digiuno allevia i disturbi del raffreddore e lo abbrevia lasciando il paziente in assai migliori condizioni.

 

CAPITOLO 20 - LA SCLEROSI MULTIPLA

Un optometrista, malgrado fosse stato curato dai migliori neurologi del Paese, peggiorò e dovette abbandonare la sua attività.

Al contrario dopo otto settimane trascorse in un’istituzione igienista tornò a casa e riprese a lavorare.

Certamente non era guarito completamente. Questo è un errore frequente tra i pazienti. Essi si illudono di poter raggiungere il massimo risultato da soli, senza l’aiuto di una persona competente.

In tale malattia, all’autopsia la guaina protettiva dei nervi risulta danneggiata e i nervi appaiono fusi insieme, ma prima che ciò avvenga c’è solo un’infiammazione e in quel momento la malattia potrebbe essere guarita.

I punti danneggiati sono differenti da una persona all’altra e conseguentemente lo sono anche i sintomi. Quelli più tipici sono la debolezza, movimenti scoordinati, specialmente nelle estremità, allucinazioni, difficoltà di parola, nistagmi, tremore spasmodico che però è assente durante il riposo.

Shelton affermava di non aver mai avuto occasione di curare pazienti di sclerosi multipla allo stato iniziale della malattia, ma solo in quello avanzato e di aver ottenuto miglioramenti considerevoli in casi ritenuti disperati dalla medicina. Credeva, pertanto, che se i pazienti fossero stati curati alla maniera igienista la percentuale dei recuperi sarebbe stata più alta.

Occorrono vari digiuni, intervallati da un’alimentazione appropriata. Già dopo il primo digiuno si riscontra un miglioramento delle condizioni generali della salute e del controllo degli arti e la possibilità di alzarsi dal letto e camminare. Dopo il digiuno occorre riposo a letto, successivamente un periodo di leggera attività fisica di qualità, cioè la capacità di compiere esercizi. Sono di molto aiuto i bagni giornalieri di sole. La dieta deve essere di frutta e verdura fresca con moderate quantità di grassi, zuccheri, amidi e proteine preferibilmente vegetali da noci e semi di girasole.

 

CAPITOLO 21 - L’ASMA

Una giovane soprano non poteva più cantare a causa dell’asma. Il suo medico non le lasciò speranze. Allora qualcuno le parlò dell’igienismo e lei volle provare. Facendo un digiuno di alcune settimane si liberò dell’asma.

Negli Stati Uniti e nel Canada migliaia di persone hanno superato l’asma sena preoccuparsi di eliminare le cose a cui si dimostravano allergiche come, invece, insegna la medicina ufficiale. Una volta ristabilite buone condizioni di salute le persone non sono più allergiche al polline, ai gatti, ecc.

Agli igienisti non occorre distinguere l’asma cardiaca da quella renale o bronchiale poiché derivano tutte dalle medesime cause generali e richiedono gli stessi cambiamenti generali nel modo di vivere. Certamente può esservi una debolezza costituzionale che rende più probabile o più facile una data malattia, ma per superarla è sempre necessario ricorrere alla disintossicazione attraverso il digiuno che di solito è di pochi giorni, senza superare i limiti di sicurezza, seguito da un periodo di alimentazione leggera e fare successivamente un altro digiuno o parecchi digiuni brevi, ma il dottor Shelton preferiva un digiuno lungo, quando era possibile.

 

CAPITOLO 22 - L’ARTRITE

Un batteriologo si era preoccupato poco della propria salute, fu curato 28 anni dai più autorevoli esponenti in campo medico, ma coi loro palliativi ad effetto temporaneo la situazione peggiorò e dovette appoggiarsi alle grucce o al bastone, non poteva girare la testa ed era preda di forti dolori.

L’uomo si sottopose a un digiuno di 36 giorni, i dolori scomparvero, i gonfiori si ridussero o scomparvero; egli riuscì a muovere alcune articolazioni che da tempo erano immobili.

In seguito fece nuovi digiuni di varie durate, la sua alimentazione fu controllata scrupolosamente, prendeva il sole tutti i giorni, in seguito fece dell’attività fisica.

Nel giro di quattro anni la sua spina dorsale tornò dritta, riusò normalmente gambe e braccia, poté girare la testa e non ebbe più bisogno delle grucce né del bastone.

Questo è un esempio di centinaia di casi simili, che magari hanno visto ritornare i sintomi quando tornavano alle cattive abitudini.

Nel corso dei secoli sono stati provati tanti trattamenti ma sono svaniti nel nulla. L’unica cosa che giova e che previene l’aggravamento è l’abbandono delle abitudini nocive e di rispettare i propri limiti.

Il consiglio di esercitare le articolazioni colpite dall’artrite per evitare che si immobilizzino, secondo Shelton, tende ad aggravare l’infiammazione e a intensificare il dolore. È meglio tenere a riposo l’articolazione finché il digiuno non permetterà al corpo di eliminare i depositi e di sconfiggere l’infiammazione.

Occorre seguire i consigli dell’igienismo tra cui una dieta che comprenda il minimo indispensabile di zuccheri e amidi.

 

CAPITOLO 23 - L’ULCERA PEPTICA

Il 28 luglio 1939 Wiliam J. Mayo, uno dei fondatori della clinica Mayo, morì in seguito a un intervento chirurgico eseguito a causa di un’ulcera perforante, che egli era specializzato nel curare. Non è insolito che i medici muoiono della medesima malattia di cui sono esperti. Ciò attesta la loro buona fede ma anche che le loro conoscenze non sono sufficienti.

Questo vale anche per tante altre patologie. L’ulcera peptica è considerata la malattia del dirigente ma coloro che ne muoiono sono molto più numerosi dei dirigenti. La causa sta negli abusi alimentari, di bevande, fumo, sesso, stress emotivo ed altro; inoltre, la cattiva combinazione dei cibi e il bere durante i pasti.

In medicina si attribuisce la colpa dell’ulcera peptica ai succhi digestivi. Questo significa non voler capire le cause poiché da sempre l’uomo ha prodotto succhi gastrici senza per questo avere ulcere.

Come si evolvono ulcere in altre parti del corpo, cominciando dall’irritazione e dall’infiammazione così l’ulcera gastrica si evolve nello stomaco, per il motivo che si continua il modo di viere e di nutrirsi che causa irritazione, infiammazione e ispessimento, alleviando i disturbi ricorrenti con le medicine. Ciò riduce la circolazione sanguigna e porta al cedimento dei tessuti e infine all’ulcera, se non al cancro.

In concomitanza con l’ulcera gastrica vi è uno stato cronico di eccessiva acidità, che in realtà è generale e non locale. Col tempo l’infiammazione si estende al dotto biliare e alla cistifellea fino al fegato oppure si estende al dotto pancreatico fino al pancreas. La medicina usa far mangiare spesso il malato di ulcera, ma in questo modo lo sovralimenta causando così un’eccessiva secrezione e si perpetua la situazione. Neanche la chirurgia è una soluzione poiché frequentemente si causa l’anemia e poi si sviluppano ulcere altrove e comunque si ripresentano i disturbi lamentati prima dell’intervento.

Anche l’ispessimento del piloro come quello della membrana nasale può essere ridotto col digiuno. Niente più del digiuno a letto assicura il riposo degli organi digestivi che è il primo passo verso il ripristino dell’alcalinità e la guarigione, anche attraverso la cessazione delle secrezioni gastriche.

Secondo Weger si dovrebbe continuare il digiuno fino al completamento del rinnovamento dell’organismo.

 

CAPITOLO 24 - L’EMICRANIA

Una paziente attribuiva la sua emicrania alla stitichezza, ma non era riuscita mai a liberarsi né dell’una né dell’altra nonostante i vari trattamenti sperimentati. Allora accettò di sottoporsi a un periodo di digiuno e seguì una dieta più sana: In questo modo si liberò di entrambi i disturbi.

Secondo l’igienista dottor Weger l’emicrania è dovuta al solito accumulo di tossine nell’organismo e si presenta quasi esclusivamente nelle donne debilitate che spesso soffrono di cattiva digestione, di dolori mestruali, congestione pelvica e altre condizioni anormali dell’apparato riproduttivo.

Anche in questi casi il sistema igienistico - digiuno e sana alimentazione - si rivela, solitamente, capace di restituire il benessere nel giro di quattro-sei settimane. Può succedere che si abbiano mal di testa durante il digiuno, che però non si presentano più dopo la ripresa dell’alimentazione. Per lo più bastano 10 - 15 giorni di digiuno e la fase successiva sotto il controllo di un esperto.

 

CAPITOLO 25 - LA POLLINOSI (FEBBRE DA FIENO)

Una donna era resa invalida dalla febbre da fieno e doveva essere trasportata dal letto alla poltrona e viceversa. Provò le cure che le erano state consigliate da un igienista e tornò capace di lavorare. Quarant’anni dopo stava ancora bene.

Lo stato di infiammazione delle mucose degli occhi, del naso e della gola è causato dall’accumulo di tossine - detto tossiemia dagli igienisti - e può essere guarito con le solite cure igieniste del digiuno e di una sana alimentazione. Al contrario, finché si mantengono le cattive abitudini e ci si sovralimenta non è possibile rimettersi dalla pollinosi e si resterà sensibili ai pollini, ai peli degli animali, ecc. La durata del digiuno spesso è di almeno dieci giorni ma possono occorrere anche quattro o cinque settimane.

 

CAPITOLO 26 - LA PRESSIONE ALTA

L’ipertensione essenziale è causata dal rimpiccolimento delle arterie. Si presenta per lo più nella vecchiaia, ma è il risultato finale di cause che iniziano presto nella vita di un paziente, come la tensione nel mondo del lavoro e gli affari personali, gli eccessi sessuali, di alimenti, caffè, tabacco, alcol e mancanza di tranquillità, il consumo di sale,

Le cure farmacologiche fanno effetto finché continuano.

Il digiuno provoca una notevole e rapida riduzione della pressione riportando alla normalità il sistema nervoso, le funzioni dei reni, delle ghiandole surrenali, pituitarie e tiroidee e rimane così anche dopo la ripresa dell’alimentazione finché il paziente vivrà in maniera da evitare la tossiemia.

 

CAPITOLO 27 - IL DIGIUNO E IL CUORE

I medici sostenevano che il digiuno porta al collasso del cuore in sei giorni, ma uno sciopero della fame nel 1920 - da parte di patrioti irlandesi per protesta contro il loro arresto - fino a oltre settanta giorni mostrò che ciò non è vero, anzi oggi si riconosce che il digiuno rinforza il cuore.

Ciò avviene per il riposo, il miglioramento della circolazione sanguigna e per l’abbandono degli stimolanti (caffè, tè, tabacco, combinazioni alimentari sbagliate ed eccesso di carboidrati).

L’angina pectoris è causata dalla sovralimentazione e guarisce col digiuno, salvo nei casi di malattia cardiaca molto avanzata. I cuori accelerati rallentano, quelli anormalmente lenti accelerano, i cuori deboli si rinforzano, quelli irregolari ritornano normali in tempo e frequenza, cuori che saltano le pulsazioni tornano normali, anche in numerosi casi dichiarati incurabili. Ovviamente il digiuno non può consentire al cuore di rigenerare una valvola nuova al posto di una distrutta.

Un canadese non sentiva più i battiti del cuore, che prima lo disturbavano, specialmente la notte.

Anche la perdita di peso e la riduzione delle pulsazioni alleviano il lavoro del cuore.

Negli scompensi cardiaci – incapacità del cuore di mantenere una circolazione normale – è presente difficoltà respiratoria, pallore livido di labbra e dita, contrazioni cardiache rapide ma deboli, minore escrezione urinaria con eventuali accumuli di liquidi nei tessuti, edema, anche generalizzato. L’edema causato dall’indebolimento del cuore aggrava ulteriormente l’idropisia e porta a un circolo vizioso difficile da superare. Un’altra causa dell’edema è il consumo di sale.

Il digiuno può superare queste situazioni poiché aumenta l’escrezione di sale e l’edema scompare rapidamente.

Inoltre, il digiuno può superare anche la stasi renale nella quale, secondo Shelton, è opportuno limitare l’assunzione di liquidi.

 

CAPITOLO 28 - LE COLITI

I sintomi più comuni delle coliti sono: la stitichezza a volte alternata alla diarrea, spasmo del colon e, nei casi cronici, si manifesta spesso la psicosi negativa o depressiva. Se nelle feci appare il muco allora la diagnosi di colite è sicura. I medicinali, ad esempio i lassativi, finiscono con l’aggravare la malattia. Sono distinti vari tipi di colite secondo la frazione colpita dell’intestino ma ciò non ha senso né importanza ai fini della terapia. Secondo un esperto l’irritazione cronica del colon forma le basi dei disturbi mentali e fisici più di ogni altra anormalità funzionale.

Secondo Shelton lo sviluppo della colite è concomitante alla ritenzione di sostanze tossiche e al loro accumulo nel sangue ed è indispensabile un periodo prolungato di riposo assoluto - fisico e mentale a letto, lontano da amici e parenti e dai fattori debilitanti ambientali - e digiunare.

Tra le cause delle coliti stanno i clisteri e i rimedi per distruggere le amebe e i parassiti. Le amebe spariscono da sole con due giorni di digiuno.

Due sorelle americane erano affette da dissenteria amebica e prendevano medicine contro le amebe e abbondanza di “buon cibo nutriente”. Nonostante ciò la dissenteria amebica persisteva e le due giovani continuavano a perdere peso. Scoperta un’istituzione igienista entrarono in essa e dopo una settimana di digiuno la diarrea cessò, ebbero fame e poterono riacquistare peso con una dieta di frutta fresca, di verdura senza amidi e con quantità minime di proteine e di carboidrati. Quindici anni dopo stavano ancora in ottima salute.

La colite ulcerosa è l’ulteriore evoluzione della colite mucosa e può essere seguita dal cancro se si continua a sovralimentarsi e ad avere sostanze in decomposizione negli intestini, ma se la colite mucosa è curata alla maniera igienista non si incorre nella colite ulcerosa, né nel cancro.

 

CAPITOLO 29 - LA PSORIASI E GLI ECZEMI

Uno studente cominciò ad avere il corpo coperto da una massa di eruzioni squamose, cioè uno sviluppo di psoriasi. Provò ogni sorta di terapie, ma ne ottenne solo benefici temporanei. Allora entrò in un’istituzione igienista che curava le persone col digiuno, facendo anche dei bagni di sole giornalieri. Dopo poche settimane la sua pelle ritornò pulita.

La pelle è un organo altamente complesso il quale contiene nervi, vasi sanguigni, ghiandole, cellule pigmentate e grasso. Essa protegge gli organi interni e deve resistere agli agenti esterni. È un organo di senso, di regolazione della temperatura corporea, produce la vitamina D con la luce del sole e regola l’equilibrio idrico.

È nutrita dal sangue, non dall’esterno. Per fortuna è dotata di potere di autoguarigione. La maggior parte delle malattie della pelle è dovuta a cause relative all’organismo.

Le dermatiti possono apparire in miriadi di forme e sono diagnosticate come eczemi, psoriasi, dermatosi e altro.

Molti casi sono il risultato di tossiemia generale, molti altri derivano dall’assunzione prolungata di farmaci, quali arsenico, mercurio, iodio, potassio, ecc.

Altri casi sono causati dai vaccini, dai sieri o da altri farmaci. In tutti questi casi la guarigione può avvenire solo rimuovendo le cause. Shelton, anche nelle peggiori forme di eczema, consigliava lavaggi frequenti con acqua tiepida. Inoltre bisogna prestare molta attenzione all’alimentazione, molti eccedono nell’alimentazione e consumano troppi amidi e zuccheri. inoltre consumano amidi e proteine nel medesimo pasto e ciò è sufficiente a causare indigestione.

Nei medicinali è spesso presente il bromuro, che può causare eruzioni cutanee.

La guarigione può richiedere alquanto tempo e ripresentarsi in seguito a eccessi alimentari o di alcolici e allora può occorrere un breve digiuno. Il paziente non deve grattarsi e deve evitare di coprire la parte affetta. La pulizia frequente con acqua tiepida è – molte volte - il metodo migliore per ottenere un recupero completo.

 

CAPITOLO 30 - L’INGROSSAMENTO DELLA PROSTATA

L’ingrossamento della prostata porta alla ritenzione dell’urina - e questa alla cistite e altro ancora - e all’ostruzione della vescica e spesso causa dolori alla schiena, al bacino e alle gambe, lombaggine e sciatica.

Ciò si verifica più spesso negli uomini grassi e sedentari, più soggetti alla stasi sanguigna. L’urina ritenuta avvelena la vescica e, col tempo, l’intero organismo.

Le cause risiedono negli eccessi alimentari, alcolici e sessuali.

A differenza del cambiamento nel modo di vivere, i medicinali e gli interventi chirurgici non risolvono il problema. Anzi questi ultimi non di rado causano la morte. In un caso l’ingrossamento fu risolto con una settimana di digiuno, ma di solito occorre più tempo. Di solito i dolori alla schiena, al bacino e alle gambe scompaiono; e magari anche la lombaggine e la sciatica.

Shelton ha visto pazienti dormire per 13 ore di seguito dopo alcuni giorni di digiuno, mentre prima erano costretti ad alzarsi 15-20 volte per notte per urinare, Tuttavia, di solito in coloro che ritornano alla sovralimentazione e alle altre cattive abitudini l’ingrossamento della prostata ritorna presto.

 

CAPITOLO 31 - LA GONORREA (O BLENORRAGIA)

Un imprenditore aveva la gonorrea. Shelton gli consigliò di sottoporsi al digiuno, ma il paziente disse che non poteva lasciare il suo lavoro e ricorse alla penicillina. Dopo pochi giorni telefonò di nuovo a Shelton trionfante perché i sintomi erano cessati, ma dopo pochi giorni ritornarono e allora telefonò di nuovo, ma Shelton gli ripeté lo stesso consiglio e anche lui ripeté la medesima risposta. Alla fine dovette digiunare per liberarsi definitivamente dai sintomi della gonorrea.

A quell’epoca, sia il WHO che i medici riconoscevano il fallimento della penicillina e della streptomicina contro la gonorrea. Per di più l’infezione non produce l’immunità. Nemmeno la circoncisione è efficace e l’acqua tiepida ha la medesima efficacia delle medicine.

La gonorrea ha una durata limitata, di 4-6 settimane, ma se si continuano le abitudini debilitanti – tabacco, alcol, sovralimentazione, lascivia, ore piccole, super-attività – il recupero ritarderà e il rischio di complicazioni aumenterà.

Il bere acqua a volontà favorisce l’urinazione e la pulizia, al contrario delle iniezioni.

Il digiuno non è una cura per la gonorrea, ma favorisce il processo di autoguarigione dell’organismo.

Nel caso che il digiuno sia sconsigliabile a causa delle condizioni del paziente, si può usare una dieta di frutta fresca in tre pasti al giorno senza fare spuntini.

 

CAPITOLO 32 - IL MORBO DI PARKINSON

Una donna era stata curata per sei anni per il Parkinson dai migliori specialisti ma la sua situazione aveva finito col peggiorare. Infine è guarita con nove mesi di cure igieniste.

Un’altra donna era impossibilitata a scrivere a causa del Parkinson. Era stata curata invano per sette anni dai medici. Dopo due settimane di digiuno poté tornare a scrivere e a stringere le mani. In seguito il tremore ritornò, ma poteva ugualmente scrivere. Shelton la seguì per tre mesi, riteneva che avrebbe dovuto continuare le cure per ottenere una salute migliore ma la donna si accontentò di quello che aveva già ottenuto e non proseguì.

Il Parkinson è dovuto a una forte debilitazione e all’indurimento dei tessuti per eccesso di lavoro, ad altri eccessi, e a mancanza di riposo e di sonno.

È difficile avere miglioramenti sorprendenti oltre i 70 anni

 

CAPITOLO 33 - NEFRITE

A una bambina di nove anni erano state pronosticate solo altre sei settimane di vita. Allora i genitori tentarono la carta delle cure igieniste. In poco tempo col digiuno e poca acqua da bere la bambina che era gonfia come un pallone si sgonfiò e diventò addirittura pelle e ossa. Divenuta adulta si sposò senza avere avuto più nessuna recidiva.

Negli anziani, però, i reni sono spesso rovinati e i recuperi sono lenti. Pertanto, i cambiamenti nelle abitudini di vita vanno fatti preventivamente.

Il cattivo stato dei reni spesso è la vera causa di morte per altre malattie che appaiono la causa di morte. Un digiuno relativamente breve – da dieci giorni a non più di tre settimane - è in genere sufficiente a far sparire l’albumina, le tracce di sangue dalle urine e i sintomi dell’intossicazione uremica.

 

CAPITOLO 34 - I CALCOLI BILIARI

L’asportazione chirurgica dei calcoli non rimuove le cause, pertanto, c’è il rischio che essi si formino di nuovo. Le cause sono costituite da uno stato generale di infiammazione e dall’irritazione del tratto digerente che a loro volta causano l’alterazione della bile e con essa la precipitazione dei suoi componenti minerali.

Se si correggono tutte le abitudini sbagliate di vita, il fegato può tornare in buona salute e allora la bile distrugge i calcoli. La cura consiste nel mettere il paziente a letto, nel farlo digiunare e tenergli i piedi caldi.

 

CAPITOLO 35 - IL TUMORE ALLA MAMMELLA

Nel 1927 si faceva una campagna per spaventare il pubblico a riguardo del cancro. i medici consigliavano l’operazione anche a persone che non avevano la malattia. Una donna aveva un ingrossamento alla mammella. Ben quattro medici le raccomandarono l’intervento immediato. Shelton, invece, non le riscontrò alcun cancro ma solo l’ingrossamento di una ghiandola e consigliò alla donna di digiunare. Dopo una settimana il gonfiore era scomparso e il seno non era più dolente.

Un’altra donna aveva un tumore fibroide all’utero della grandezza di un limone. L’operazione era stata dichiarata indispensabile. Forse le avrebbero tolto tutto l’utero e anche le ovaie, ma ciò non avrebbe ristabilito la salute perché non rimuoveva le cause e il tumore sarebbe potuto ricomparire. La donna digiunò e in breve tempo il tumore fu riassorbito.

Shelton si dichiarava sicuro che sono molti i casi di rimozione di noduli o della mammella.

Tante altre donne hanno visto riassorbire il tumore rapidamente o lentamente. A un uomo era stato diagnosticato “un gigantesco sarcoma cellulare” nella parte inferiore destra dell’addome. In sette giorni di digiuno lo eliminò completamente.

Evidentemente non aveva un cancro ma una diagnosi di cancro. Come si può eliminare il grasso col digiuno così si possono eliminare altri tessuti ma non i veri cancri.

(N.d.R.: Gli igienisti parlano di racket del cancro. Esso è una grande fonte di guadagno per la combriccola medico-farmaceutica, perciò hanno tutto l’interesse a diagnosticare molti cancri e sono i cancri immaginari quelli che essi riescono a guarire, non quelli veri.

D’altra parte, si può dimostrare con l’aritmetica che l’anticipo della diagnosi comporta automaticamente l’aumento della sopravvivenza, perfino se le cure mediche accorciassero la vita residua del malato.

Infatti, supponiamo che:

 le loro cure la riducano a metà,

che una volta diagnosticassero il cancro quattro mesi prima,

che ora lo diagnostichino quattro anni prima.

Conseguentemente una volta sopravvivevano tutti due mesi e oggi ventiquattro, quelli che scelgono la diagnosi precoce.

A questo punto se nessuno sceglie la diagnosi precoce, la sopravvivenza media resta di due mesi (100x2+0x24) /100=2.

Se la metà delle persone sceglie la diagnosi precoce, la media sale a tredici mesi (50x2+50x24) /100=13.

Se tutte le persone scelgono la diagnosi precoce la media sale a 24 mesi (0x2+100x24) /100=24.

In questo modo i signori della medicina possono dire che la diagnosi precoce allunga la sopravvivenza, ma si tratta di una pura illusione aritmetica. È meglio, dunque, tenersi i quattro mesi, o quarantotto, di vita residua e rivolgersi semmai alle medicine serie che probabilmente riescono realmente a prolungare la vita).

 

CAPITOLO 36 - LA STERILITÀ NELLE DONNE

Una donna era sposata da cinque anni ma non riusciva ad avere figli. I medici le dissero che aveva una forma di sterilità permanente.

Dopo aver digiunato per trenta giorni rimase incinta e a suo tempo partorì un bel bambino.

Shelton affermava che molte donne erano riuscite a superare la sterilità ricorrendo al digiuno (e a una dieta adeguata). Sono pochi i casi di vera sterilità permanente. Lo stesso succede alle donne che non riescono a portare a termine la gravidanza. Una di esse aveva avuto ventotto aborti spontanei. Dopo dieci giorni di digiuno e un periodo di dieta adeguata rimase incinta e a suo tempo partorì un bambino.

Anche negli uomini il digiuno è efficace, il più delle volte, per superare la sterilità.

 

CAPITOLO 37 - DIGIUNARE DURANTE LA GRAVIDANZA

La gravidanza è accompagnata da dolori, disturbi, nausea e vomito solo se la donna è intossicata, poiché in questo caso l’organismo vuole ripulirsi per accogliere la nuova vita.

Occorre anche in questo caso il digiuno, non le medicine per mettere a tacere i sintomi elencati sopra, altrimenti si prolungano le sofferenze. Però, il digiuno molto lungo potrebbe danneggiare il bambino. Generalmente un digiuno dai tre ai dieci giorni è quanto basta per far sparire nausea e vomito. Poi utilizzare una dieta leggera costituita da frutta e verdura, priva di amidi per alcuni giorni e in seguito non eccedere nell’alimentazione, particolarmente nelle proteine.

Il digiuno non è una cura ma un periodo di riposo per dare al corpo la possibilità di ritornare da sé allo stato di salute, senza stress, nella calma e pace assoluta.

 

CONCLUSIONE

Con questo libro l’autore ha voluto affermare che l’organismo vivente è capace di auto-guarirsi se gli viene lasciata la possibilità di farlo, col riposo anche digestivo, fornendogli gli altri fattori vitali e guardandosi da ogni eccesso

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https://ilcercasalute.blogspot.com

riporta in otto pagine le fotocopie di altrettanti numeri della rivista IL CERCA SALUTE di Adriano Panzironi.

In essi si riportano articoli sulle cause delle malattie, la loro cura secondo il life120 e le testimonianze di guarigione da tante patologie più o meno frequenti come gastriti, reflusso gastroesofageo, attacchi di panico, depressione, disturbi tiroidei, demenza senile, pressione alta, rettocolite ulcerosa, calcoli, allergie, ecc. che i medici non erano stati capaci di risolvere.

Può darsi che tale metodo sia adatto soltanto alle persone che hanno il gruppo sanguigno zero - a quanto dice di tale gruppo sanguigno la dottoressa Di Fazio (vedere il blog il-cibo-che-cura) - che tollerano meglio degli altre, le proteine animali, le quali insieme alla verdura sono la base dello stile life120, raccomandato dal signor Panzironi.


LIBRI SCRITTI DA MEDICI CHE PENSANO CON LA PROPRIA TESTA

https://il-cibo-che-cura.blogspot.com

è la sintesi del libro IL CIBO CHE CURA IL CIBO CHE AMMALA dell’oncologa Maria Rosa Di Fazio del Sistema Sanitario di San Marino.

A differenza di tanti medici che non sanno nulla dell’alimentazione perché sono addestrati molto di più a servire l’industria farmaceutica che la nostra salute, lei ci insegna quali cibi aiutano a prevenire i tumori e le altre patologie o a guarirle.

I suoi insegnamenti non sono sillogismi superficiali – quale è quello del latte considerato benefico per le ossa visto che contiene il calcio - ma verità derivanti dai risultati degli esami clinici, che mostrano, ad esempio, che l’osteoporosi si aggrava consumando i latticini perché, tra l’altro, procurano molta acidità che l’organismo è costretto a neutralizzare prelevando calcio dalle nostre ossa.


https://il-tradimento-di-Ippocrate.blogspot.com

il dottor Domenico Mastrangelo ci riferisce la disonestà e la presunzione del mondo della medicina che si dà le arie di scientificità e finge di essere al servizio dei malati, mentre è al servizio di sé stesso e causa danni alla salute delle persone, perfino la morte.


https://potassioascorbato.blogspot.com

è la sintesi del libro ASCORBATO DI POTASSIO del dottor Guido Paoli, vice presidente della fondazione ValséPantellini, che si occupa della cura dei tumori con ricorso all’ascorbato di potassio il quale avrebbe guarito numerose persone.

Il potassio deve stare quasi tutto dentro le cellule, invece il sodio deve stare quasi tutto nella matrice extracellulare.

Affinché ciò avvenga, occorre il lavoro delle pompe sodio/potassio che trasportano il potassio dentro le cellule e allora il sodio ne esce.

Solo a questa condizione si realizza una differenza di potenziale di 90 mV tra esterno ed interno della cellula, necessaria alla conduzione dei segnali elettrici e ad altri meccanismi di trasporto e di controllo del volume cellulare, alla regolazione enzimatica e alla corretta regolazione del rapporto acido-base.

Nei malati di tumore si riscontra sempre un abbassamento di tale differenza di potenziale tra 10 mV e 30 mV.


https://sistema-immunitario.blogspot.com

è la sintesi del libro SISTEMA IMMUNITARIO - LA PIU’ POTENTE DELLE MASCHERINE della dottoressa oncologa Maria Rosa DI FAZIO col dottor Philippe LAGARDE, altro celebre oncologo.

Fa comprendere che esistono alimenti che rendono cieco, sordo e muto il microbiota intestinale (nuovo nome della flora intestinale), che dovrebbe invece allertare il sistema immunitario e metterlo in condizioni di riconoscere e attaccare le sostanze nemiche invece di lasciarle entrare nel sangue.


LIBRI DI OMEOPATIA

https://omeopatia-alternativa-alla-medicina.blogspot.com

riporta la sintesi del libro OMEOPATIA, UN’ALTERNATIVA ALLA MEDICINA UFFICIALE del dottor Max Benjamin.

Ci dà un’informazione su come Hahnemann ebbe la felice intuizione che lo condusse a inventare un metodo di cura efficace a guarire numerosi malati per i quali la fanfarona medicina ufficiale non aveva potuto fare nulla.

Stupide argomentazioni contro l’omeopatia:

1) Che le medicine omeopatiche, sono così diluite con l’acqua, da non essere state nemmeno a contatto con l’acqua con cui si è diluita la sostanza iniziale.

Si può rispondere loro che – a quanto ci insegnano - i radicali liberi rubano un elettrone a un’altra molecola col risultato di trasformarla in un radicale libero e questa molecola recupera l’elettrone che le è stato rubato trasformandone un’altra in un radicale libero.

E’ forse necessario che quest’ultimo sia stato a contatto col radicale libero che ha avviato la catena di trasformazioni per poter continuare questa serie di trasformazioni?

2) Nella prefazione all’ottava edizione del PRECIS DE MATIERE MEDICALE HOMOEOPATIQUE si dice che l’omeopatia è in pericolo perché coloro che si definiscono omeopatici arrivano a prescrivere insalate di 20 o 25 rimedi da prendere nello stesso giorno e che conducono fatalmente all’insuccesso che scoraggia il paziente e gli fanno pensare che l’omeopatia non agisce.

Dovrebbero, invece, studiare bene i farmaci omeopatici per distinguerne le caratteristiche di azione.

3) Inoltre nel suddetto libro di cui è stata pubblicata l’ottava edizione francese nel 1968 è descritta l’azione di oltre trecento farmaci omeopatici per i quali sono suggerite diluizioni che arrivano al massimo alla nona centesimale.

4) Ancora: per le malattie acute si utilizzano generalmente farmaci in cui la diluizione è poco spinta (ad esempio la quarta o quinta centesimale e non la centoventesima). Perché parlano solo delle diluizioni elevate?

5) Peraltro, è molto probabile che i produttori di farmaci omeopatici millantino diluizioni altissime per rubare clientela ai concorrenti per approfittare dell’affermazione omeopatica che quanto più un farmaco è diluito più è efficace. Mi pare che Hahnemann non si spingesse oltre la trentesima diluizione centesimale.

6) Inoltre tali omeopati ignorano le istruzioni di Hahnemann che raccomandava l’utilizzo di un solo farmaco per volta, poiché si conoscono gli effetti di una sola sostanza medicinale attraverso gli esperimenti sulle persone sane, ma non quelli della combinazione di varie sostanze.

Pertanto, caso mai, sono gli omeopati l’acqua fresca, non l’omeopatia, come afferma Piero Angela.

Ciò avviene per colpa dei Governi che non istituiscono facoltà di laurea in omeopatia affiancate a delle cliniche in cui i futuri omeopati possano addestrarsi all’uso dei farmaci omeopatici sotto la guida di professori già esperti, mentre oggi gli aspiranti omeopati possono solo accontentarsi di brevi corsi tenuti da medici omeopatici volenterosi, magari mediocri essi stessi.

- 7) L’omeopatia cura il male col male.

Degli studiosi hanno scoperto che le sostanze diluite hanno un effetto di stimolazione delle funzioni dell’organismo mentre le sostanze concentrate le inibiscono e viceversa (Vedere Omeopatica terapia sull’ENCICLOPEDIA UNIVERSALE TRECCANI).

- 8) I farmaci omeopatici agiscono come un placebo.

Fingendo che sia così, perché non li utilizzano anche loro, affinché i malati non soffrano o guariscano? O altrimenti perché cercano di escludere i medici omeopatici dagli ospedali? Dunque, essi vogliono che la gente soffra o muoia, pur di fare quattrini su di essa!

- 9) Il team di Benveniste, aveva dimostrato che l’attivazione di cellule deputate alla risposta allergica era inibita da elevate diluizioni di istamina. L’editore di Inflammation Research aveva pubblicato l’articolo senza obiezioni semplicemente precisando che “gli Autori sono incapaci di spiegare le loro scoperte ma incoraggiano altri a indagare questi aspetti” (dal capitolo GLI EROI DIMENTICATI DELLA MEDICINA del libro IL TRADIMENTO DI IPPOCRATE – LA MEDICINA DEGLI AFFARI scritto dal dottor Domenico Mastrangelo).


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https://organon-dell-arte-del-guarire.blogspot.com

è la sintesi del libro base ORGANON DELL’ARTE DEL GUARIRE del fondatore dell’omeopatia, il medico tedesco Hahnemann.

Vi si insegnano le regole da rispettare accuratamente nella diagnosi delle patologie, nella sperimentazione in persone sane delle sostanze da usare in seguito nella terapia, nella preparazione dei farmaci omeopatici e nella loro prescrizione.


Nel medesimo blog si trova anche la sintesi del libro

LO SPIRITO DELLA DOTTRINA OMEOPATICA

In esso l’autore afferma che

- gli organismi viventi non restano passivi di fronte agli stimoli esterni, ma reagiscono in modo specifico. Ad esempio se si immerge un braccio nell’acqua fredda, una volta che esso viene estratto, diventa più caldo dell’altro.

- Le malattie possono essere curate efficacemente solo con l’omeopatia, poiché essa stimola la reazione dell’organismo. Ad esempio, se si immerge nell’acqua fredda un braccio scottato, in un primo momento si prova beneficio, ma poi si sente un bruciore ancora più intenso e la guarigione richiede molto più tempo. Invece applicando alcol o trementina calda sulla scottatura, si guarisce molto rapidamente.

- Bisogna usare medicamenti omeopatici che nell’esperimento su persone sane hanno causato sintomi molto simili a quelli della patologia che si vuole curare. Inoltre si deve usare una dose molto piccola del rimedio altrimenti si ritarda la guarigione anziché accelerarla.



LIBRI E BLOG DI ARGOMENTI VARI

https://laveritasulcancro.blogspot.com

è la sintesi del libro LA VERITA’ SUL CANCRO di Ty Bollinger, esperto di culturismo che dopo aver perduto in dieci anni sette congiunti a causa del cancro, è andato in giro per il mondo alla ricerca di eventuali metodi di cura migliori di quelli ufficiali e ne ha scoperti parecchi che sono anche meno costosi e assai più efficaci.

Riferisce come i Rockefeller e i Carnegie hanno ottenuto riforme che hanno privato gli Americani della liberta’ di cura e, a loro imitazione, i popoli dell’occidente. Si è così costituita la dittatura medica internazionale


https://libertadicura.blogspot.com

si dovrebbe assicurare ai cittadini:

- la libertà di rivolgersi ai medici allineati alle direttive degli scienziati oppure a quelli non allineati,

- la conoscenza delle altre scuole mediche,

- la disponibilità in tutte le città di esperti in ciascuna di esse, invece di permettere di fatto ad altri (all’industria farmaceutica) di decidere per loro,


oltre alle proposte di legge per realizzare in concreto la libertà di cura.


https://mortalita-da-coronavirus.blogspot.com/

nella home page riporta i dati più recenti del numero progressivo di morti subiti da centocinquanta Paesi del mondo e la loro posizione nella graduatoria per mortalità, ossia in rapporto al numero degli abitanti.

Nelle varie pagine - il cui elenco sta alla fine della home page del blog - poi riporta la situazione alla fine dei vari mesi da gennaio 2020.

* * *

Da tutto ciò si può essere praticamente certi che la medicina ufficiale è nelle mani di persone di pochi scrupoli, magari dell’ambiente criminale, che hanno a cuore, non la nostra salute, ma i loro dividendi come azionisti delle industrie farmaceutiche, e che da dietro le quinte decidono perfino chi deve insegnare nelle facoltà di medicina e cosa deve insegnare ai futuri medici.

In ogni caso, soprattutto l’industria farmaceutica ha interesse che i malati non guariscano mai per poter vendere la massima quantità possibile di medicinali e, pertanto, si adopera per non far conoscere le scuole mediche serie e per screditarle.

Sacrificando anche un solo centesimo del suo fatturato annuo avrebbe a disposizione oltre tredici miliardi di dollari per finanziare riviste di argomento medico o per destinarli alla corruzione del mondo delle facoltà di medicina, dell’informazione e della politica.

Ecco, forse, perché i partiti sono tutti d’accordo a fare la volontà di quella pseudo-scienza, quale è la medicina ufficiale, nel senso che non è la scienza della guarigione, ma dei palliativi e delle stampelle (che possono andare bene per i malati veramente incurabili, non per quelli che sarebbero ancora in tempo per guarire).

Probabilmente anche Luca Coscioni, Piergiorgio Welby, Stefano Borgonovo, "Gabbo" e altri (e insieme a loro migliaia di Italiani che ogni anno sono morti nelle mani della medicina ufficiale) avrebbero avuto una sorte assai più benevola se avessero conosciuto le scuole serie a cui ho accennato sopra e si fossero curati con esse.

 

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